martedì 1 febbraio 2011

POLONIA: Verso le elezioni, l'egemonia di Piattaforma Civica

scritto per East Journal, 25 gennaio 2011

“Non c’è nessuno da battere”.  Non lo dice Berlusconi né Lukashenko, ma Donal Tusk, primo ministro della Polonia e leader di Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska, PO), partito vincitore delle ultime quattro tornate elettorali in Polonia.

elezioni
PO (Ppe)
PiS (Ecr)
SLD (Pse)
PSL (Ppe)
partecipazione al voto
27,18%
25,08%
14,25%
13,24%
45,99%
1,51%
32,11%
13,15%
8,91%
53,88%
41,54%
34,46%
13,68%
1,75%
54,94%
39 %
25%
--
16,5%
~40%
2011 politiche (exit polls)
~35-40%
~25%
~15%
~5%


[1]dati relativi alle elezioni ai consigli regionali (voivodati), dove la percentuale di liste civiche è meno rilevante e i dati sono più comparabili a livello nazionale
Il suo governo, europeista e pro-business, al potere dal 2007, assumerà da luglio 2011 la Presidenza a rotazione del Consiglio dell’Unione Europea, dopo il semestre ungherese. Proprio durante il semestre di presidenza Tusk affronterà, in ottobre, le elezioni politiche, ma la coincidenza non sembra spaventarlo. I sondaggi danno PO come primo partito, ben distanziato dall’opposizione socialdemocratica così come da quella conservatrice.

Il sistema politico polacco si è stabilizzato a partire dal 2001 attorno a due nuovi partiti di centrodestra: Piattaforma Civica (PO), liberal-conservatore, e Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwość, PiS), nazional-conservatore, successori politici del blocco di Solidarność. I post-comunisti, riuniti nell’Alleanza Democratica della Sinistra (Sojusz Lewicy Demokratycznej, SLD), hanno perso il ruolo di secondo partito a partire dal 2005, mentre il partito agrario (Partito Popolare Polacco, Polskie Stronnictwo Ludowe, PSL) si è ricostituito come partito di centro, alleato di PO. Nel Parlamento Europeo, SLD siede con i socialisti e democratici (S&D), mentre PO e PSL siedono con il PPE; PiS è il principale alleato dei Tories britannici nel gruppo conservatore ed euroscettico ECR.

L’arrivo al potere di Tusk e di Piattaforma Civica, alle elezioni anticipate del 2007, ha messo termine ai due anni di egemonia di Diritto e Giustizia, alleato ai gruppi populisti e conservatori Autodifesa e Lega delle Famiglie Polacche. La presidenza di Lech Kaczyński e i premierati di Kazimierz Marcinkiewicz e Jarosław Kaczyński avevano spostato la Polonia in direzione conservatrice ed euroscettica, inasprito le relazioni estere ed innalzato il livello di conflittualità interna attraverso nuove leggi di lustrazione volte ad appurare il passato comunista di politici ed amministratori.

A partire dalla Costituzione del 1997, sebbene il Presidente della Repubblica sia dotato di alcuni poteri legislativi (iniziativa, veto), l’esecutivo è nelle mani del Primo Ministro.
La coabitazione del 2007-2010 tra un premier centrista, Tusk, e un presidente conservatore, Kaczyński, già rivali alle elezioni del 2005, si dimostrò non semplice. La politica estera di Tusk, filoeuropea, ha condotto ad una distensione nelle relazioni della Polonia con Russia e Germania, distanziandosi dall’atlantismo di Kaczyński attraverso il ritiro dei soldati polacchi dall’Iraq e la negoziazione per uno scudo missilistico più ridotto e leggero. In politica interna, Kaczyński ha cercato di opporre il veto presidenziale a diverse  riforme del governo (pensioni,agricoltura, urbanistica, televisione pubblica). I due si sono spesso beccati su questioni diverse, dall’integrazione europea ad omosessualità e politica estera. A proposito delle riforme costituzionali, Tusk ha proposto l’abolizione o la diminuzione dei poteri di veto presidenziali, la riduzione del numero dei Senatori, e l’abolizione dell’immunità parlamentare generalizzata.

Nell’aprile 2010, Lech Kaczyński ha trovato la morte nel disastro aereo di Smolensk. Alle successive elezioni presidenziali anticipate, in cui era dato per favorito, Tusk decise di non correre, mantenendo il posto da primo ministro. Jarosław Kaczyński, ex premier, condusse una campagna elettorale sull’onda della commozione per la morte del fratello e del paragone storico con l’eccidio di Katyn, che Lech Kaczyński andava a commemorare. Tuttavia, le elezioni presidenziali hanno infine premiato Bronisław Komorowski, candidato di Piattaforma Civica.
Ancora nell’autunno 2010, le elezioni locali hanno confermato la preminenza di Piattaforma Civica, che si è assicurata la rielezione del sindaco di Varsavia, Hanna Gronkiewicz-Waltz, mentre Diritto e Giustizia ha subito la scissione della propria fazione liberale, già a capo del comitato elettorale di Jarosław Kaczyński, che hanno fondato il gruppo parlamentare La Polonia è la Più Importante (Polska jest Najważniejsza, PjN). 

Tusk si avvia tranquillo verso le elezioni del 2011. Il ruolo di primo piano di Piattaforma Civica, così come il rinnovo del suo premierato, non dovrebbero essere in discussione, mentre la consonanza politica con il presidente Komorowski gli eviterà l’opposizione di veti presidenziali alle iniziative legislative, e potrebbe consentirgli di portare in porto, nel prossimo mandato, una riforma costituzionale in senso parlamentare, con la diminuzione dei poteri del presidente della repubblica, che abbassi il livello di conflittualità politica della forma di governo della Polonia.
Tuttavia, la mancanza di una reale alternativa politica e di una opposizione forte potrebbe costituire un problema per la democrazia polacca nei prossimi quattro anni. La divisione elettorale tra PO e PiS corre infatti lungo linee di demarcazione geografiche che sembrano rispecchiare i confini tra i territori della Prussia e della Polonia del Congresso del XIX secolo, indicando una ancora profonda divisione culturale del paese tra aree progressiste e conservatrici.




Confini del Regno di Polonia (Polonia del Congresso), tributario dell’Impero Russo, 1815-1915
risultati per contea del primo turno delle elezioni presidenziali polacche (20 giugno 2010)

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