E’ una Polonia un po’ prussiana, quella che governa dal 2007? La geografia elettorale lo lascerebbe pensare, e anche il carattere politico ed economico del governo Tusk sembra andare nella stessa direzione. D’altronde, il paese ha ormai guadagnato il titolo di “nuova Germania”: per la crescita economica sostenuta, il ruolo di leader regionale dei nuovi paesi membri, e non ultimo per l’integrazione economica industriale tra le imprese delle due sponde dell’Oder-Neisse.
In effetti, diversi set di fattori possono essere ipotizzati per una tale divisione, senza ricorrere alla resurrezione delle identità storiche.
In primo luogo, esiste un gradiente economico-urbano da ovest a est, tra territori più urbanizzati e sviluppati, all’ovest, rispetto alle aree più rurali e povere dell’est (come si nota anche nella mappa della rete ferroviaria polacca). Le maggiori città, anche all’est, votano più liberale, mentre le aree conservatrici all’ovest fanno soprattutto riferimento a zone di miniere.
Nell’attesa di studi approfonditi sulla materia, resta sempre valido ciò che si sente dire a Poznan e Torun: “Varsavia è già Russia”.
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